Voglio chieder perdono a mio marito, al figlio, all’amico ed all’amica, perché giammai di me poi non si dica che sulla fiamma non ho messo il dito. Un rosario di sbagli accusatori non serve a rimediare ad una vita, ma riapre ogni grano una ferita, disagi provocando e rossori. Mi cerco qualche merito scavando nella memoria lunga e in quella breve, ma l’una e l’altra ha coperto la neve, e giustificazioni non domando. Coltivo le mie colpe escludendo chi nemmeno lo vuole il mio perdono chi non mi accettò come ero e sono, di amarmi dichiarando ma fingendo. Nutrendomi e facendomi studiare meriti attribuendosi importanti, uniti sol nell’odio, sanguinanti colpi infliggendo a chi ribellare non si poteva e doveva subire e il suo pianto nascondere, infelice, senza un Orfeo che salvasse Euridice o almeno ci provasse... e non riuscire. Milano, 22 dicembre 2018 Lorenza Franco