Lacrime, risa, sofferenza e il culto di quello che ci siamo inventati, ma non siamo, alla morte, rassegnati, di morte già impregnato ogni virgulto. Ogni attaccamento avrà una fine, e la morte fa parte della vita. Sempre rimane questa a quella unita, vago ed incerto, fra le due, il confine. Gli uomini si uccidono fra loro per differenti motivi mentali, sempre inneggiati e pur sempre brutali, il sacro, l’ideale uniti in coro a spargere paura e sofferenza. Democrazia o totalitarismo falsi vessilli son di pacifismo: da loro minacciata ogni esistenza. Se muore uno, siamo morti tutti, reincarnazione e immortalità son solo fughe dalla realtà, son sogni appena nati… e già distrutti. La verità è coperta da un velo, credere nel tempo è già un morire. Non c’è un cominciare ed un finire, vita e morte radici han nel cielo. Da “L’invidia dell’utero”, Lorenza Franco, NS Edizioni Nuove Scritture 2018, p. 68