Lo so, Dio, che non esisti, eppure vorrei che tu potessi ascoltarmi. Ma come potrebbe ascoltarmi chi non trovo né nell’antico o nuovo testamento, né nella storia dell’uomo, né nella cronaca quotidiana, né nei documentari sulla Natura, a meno che non scenda a compromessi che il mio Super-Io giudicherebbe blasfemi? Sei forse tu quello che crea e poi si pente? Che manda pestilenze e poi si pente? Che accetta voti di sterminio, sacrifici umani ed animali, che non trova nemmeno un innocente in Sodoma e Gomorra? Che passeggia di sera in paradiso per godersi il fresco della sera? Che chiede offerte alimentari dal soavissimo odore, che teme di sporcarsi di escrementi quando scende dalla nuvola a combattere con il popolo eletto? Che sopprime i primogeniti degli egiziani, che si dà tanto da fare, lui onnipotente, per liberare gli ebrei dall’Egitto? Che manda quaglie avvelenate agli ebrei stanchi di mangiare solo manna? No, non sei tu, Sublime Indifferente, che rifiuti ogni qualificazione umana e perciò non puoi essere né buono né cattivo, né clemente né misericordioso. Che non puoi ordinare a un padre di sacrificare il figlio, che non puoi permettere di essere tu stesso crocifisso. La tua onnipotenza non va offesa né messa in dubbio. Proiezione di un Io che vuol fuggire da Sé, devi sottostare all’immaginazione di creature limitate, ansiose di protezione, di fughe dalla realtà. Nemmeno l’amore è un sentimento divino, ma solo umano. Per provarlo hai dovuto incarnarti? Non accetto mitologie fantastiche, offensive dell’idea che io ho di Te. Per questo chino il capo, accetto la Tua assenza, che forse è una presenza troppo lontana, e non bestemmio mai. Lorenza Franco