Al nome mio vorrei toglier la zeta, rimangono comunque troppe erre, segnale amaro di antiche guerre, perciò l'infanzia mia non fu mai lieta. Per un cognome conquistato a stento, che non vuole sapere del suo nome, sulle piccole spalle grandi some, e della vita tutto lo scontento. La religione aggiunse ogni sconforto, specchio non più di una vita serena. Gli dei, un tempo, non avevan pena, invece a noi toccò un dio ch'è morto. Però, pur se in ritardo[1], s'è dischiusa in questa vita senza sentimenti, a mitigare tanti patimenti, la confortante voce d'umil Musa. Lorenza Franco ---------------------------------------- [1] A sessant’anni!