Finisce in sangue ogni dio, l’ateismo grande messaggio è di fratellanza, illuminato da vera speranza. Bandiera d’ogni guerra è sempre un –ismo ma senza un’ a davanti, crist- catt- prot- muss- budd- ind- e quanti ancora? Comun- naz- fasc- mentre un’aurora soccombere dovette a Pol Plot. Nuovo messia si proclamò ogni duce, cominciò bene per finire male, deluse l’entusiasmo generale che un tempo l’acclamò, spenta la luce. Gratifica il potere, poi uccide, diventa sospettoso, criminale, elimina gli amici come un male che insidia lui, che impera et divide. Si dice che dovran tutti pagare, ma Franco e Stalin quando hanno pagato? Fu, ogni crimine, dimenticato, mai asciugate le lacrime amare. Seimila croci eresse il buon Augusto, il perfido Nerone circa cento bruciò cristiani, a far giustizia intento. Certa damnatio a chi offese il buon gusto[1], ma il potere osteggiò dei senatori contro la plebe troppo tartassata, l’arte sostituì a un’arena insanguinata[2], da poeta morì, ma senza allori. Asserviti ai potenti gli scrittori[3] ci hanno tramandato un suo ritratto osceno descrivendo ogni misfatto, sottacendo degli altri i ben peggiori. Lorenza Franco, 8 novembre 2013 [1] Si rimanda a “Elogio di Nerone” di Gerolamo Cardano [2] I ludi gladiatori [3] Tacito, Svetonio, Seneca lungimirante preoccupato. Lucano ironico ed ambiguo.