(Elogio del Tocai Rosso)
Questa poesia nasce come esercizio di stile: si tratta di tre strofe scritte usando le ottave cinquecentesche, quelle utilizzate dall’Ariosto per l’Orlando Furioso. È una metrica molto adatta al racconto, fatta di endecasillabi, con sei rime alternate (a-b, a-b, a-b) e un distico in rima baciata (c-c) in chiusura. Alcune notazioni sul testo. Brèndola, citata nel primo verso, è un paese in provincia di Vicenza, situato all’estremità orientale dei Colli Bèrici (e per questo chiamato “la porta dei Bèrici)”; è dominato dalle rovine della Rocca dei Vescovi, distrutta nel XVI secolo. Torengo, citato alla fine della seconda strofa fu vescovo di Vicenza nel secolo XII e visse alla Rocca. Le Pignole, citate alla terza strofa, sono una cantina dei Berici,con i vigneti esposti a occidente. Il Tocai rosso, infine, è la definizione locale del Grenache, vitigno utilizzato anche in Sardegna per il Cannonau e che, nel Sud della Francia, entra nell’uvaggio dello Chateuneuf du Pape; come il Tocai bianco (con cui non ha nulla da spartire), da qualche anno si chiama Tai. E di Brèndola il nome è assai famoso, per i Colli, la Rocca e il vino buono, che dalla vigna trae l’uomo operoso e ch’ogni anno, delle campane al suono, tutto il contado corre a ber gioioso, e fa tremar la terra più del tuono! Di vin ve n’è gran copia, e nero e bianco, e si riempie di coppe più d’un banco. Vengon le dame, e i cavalier cristiani, guitti, frari, signori e pellegrini: tutti scambian saluti con le mani e con le braccia ognun cinge i vicini. Musica senti ovunque e, più de’ cani il latrar, tiene desti i contadini. E dalla rocca sorride e pare vera di Torengo l’immagine severa. Di tutti i vini quel che ognuno vuole è di una sola vigna, la più erta, che chi vien da ponente veder suole per prima, innanzi alla campagna aperta, e porta il nome antico di Pignole, per cui tra tutti la sua fama è certa. Ricco è il bicchiere, rosso il vin Tocai e ognun vorrebbe non finisse mai! Giorgio Vizioli © 2024 di Vini di Versi