C’è un’isola rocciosa che m’attende, non son nemmen sicura che ci sia. Eppure devo andarci, di stupende visioni m’è garante Fantasia. Dovrò affrontare qualche traversia, un prezzo l’avventura già pretende: l’oceano in tempesta, qualche arpia che Ulisse un dì sloggiò dalle sue tende. Ma quando il sogno chiama, non s’arrende l’ardita navigante in allegria, pericolose incontrando vicende, continuerà per la sua folle via. Adorna di sacrificali bende, la vittima affronta l’agonia. Presso l’altare il sacerdote attende: sempre vincente la ierocrazia. Itaca non sarà l’isola mia, su Santorini una leggenda pende, ma Atlantide fu solo un’utopia. Opimo di ex-voto e di prebende, il sacro non sarà più mercanzia, divinità adorando ancor più orrende di una derisa già mitologia sull’isola rocciosa che m’attende. 31 gennaio 2005 Lorenza Franco