Cala la vista

Cala la vista e debole l’udito,
tira la vecchierella a campare.
Anche i ricordi possono far male,
ma al male qualche cosa è sfuggito.

Chi fu aggredito a sua volta aggredisce
se ci riesce… oppure manda giù,
ché la vendetta non si usa più.
Vagheggia giustizieri chi subisce.

Sembrano, gli altri, sereni e contenti,
s’adoprano perché lo sia anche tu,
godendo d’un’antica gioventù:
trattienila financo con i denti,

ché se ti sfugge, più non la ritrovi.
Chi tu credevi ostile, era amico,
dei tuoi pensieri sgombra quell’intrico,
apriti ora a sentimenti nuovi.

Tu non vedevi chi bisogno aveva
di te, e ancora più di te soffriva.
Se anche tu eri d’amore priva,
consolar non potevi chi piangeva.

Ora chiedo perdono e m’inginocchio,
voglio dare l’amore che mi resta.
Forse gli angeli in cielo fanno festa,
mi sono liberata dal malocchio.

Milano, 23 luglio 2018 Lorenza Franco

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