Voglio che il mio nemico abbia una casa, pane e gli affetti di cui ha bisogno. Non sia, per lui, l’amore solo un sogno, di gioia abbia l’anima pervasa. Non siano i suoi pensieri vili o avari, non l’atterriscan bellicose grida. Raccolga fiducioso la mia sfida, m’affronti con coraggio e ad armi pari. L’erba non soffrirà dei nostri passi, non recheremo offese alla Natura. Con spade rotte e senza affilatura, morbidi lanceremo anche i sassi. Ognuno se ne andrà per la sua strada, mani agitando ancora minacciose, ché, sulle spine, sempre ci son rose, e lascian qualche petalo che cada. Lorenza Franco Nota: questa poesia è la mia risposta diplomatica e cortese al parroco di Ponte in Valtellina che inveii nei miei confronti per le mie due poesie sulle campane di Ponte in V. con frasi poco eleganti e definendomi una "verseggiatrice". Fatto sta che, grazie alle mie poesie, la protesta dei residenti fu corale e costrinse la chiesa a ridimensionare tempi e suoni delle campane. L.F