Scopre il turista l'ameno paesello, se ne innamora, lieto vi rimane; non prevedeva l'infame tranello: ogni mezz'ora suonan le campane. L'inquinamento fonico credeva nella grande città d'aver lasciato, ma alla mattina dormir non poteva, dalle campane ogni dì frastornato, di pomeriggio e poi anche di sera, tenendo le finestre sempre chiuse, con le orecchie riempite di cera e le speranze di pace deluse. Mancava sol che ululasse anche un cane, tormentato da ogni scampanio, ma poi morì, sì, morì di campane, e se rimango morirò anch'io. Questo cattolico adescamento non avrà presa su chi non ci crede, questo è soltato incivile tormento e, chi l'aveva, perderà la fede. Soffro assai meno nella mia città, da rumori molesti riparata. Se qui non trovo ospitalità, son dal mal di turismo risanata. Ponte in Valtellina, 23 luglio 1994