L’annunciazione

“Poiché non posso (o non voglio) sposarla”,
disse Panthera[1] a Giuseppe perplesso,
“fammi il favore, sposala lo stesso,
e di’ ch’è stato un dio a fecondarla

vergine lasciandola[2], come s’usa
nella mitologia di noi romani,
dove gli dei se la fan con gli umani,
lasciando che la porta resti chiusa.

Iò[3] fecondata fu da una carezza
del grande Zeus, che le costò assai cara,
d’Era causando la vendetta amara,
che in vacca la mutò con leggerezza,

e tregua non le dava[4]. Quest’annuncio
puoi dir che te l’ha dato un messaggero
celeste, e fallo intendere per vero.
Alla paternità io ci rinuncio.

Se non Ermete, alcun dei vostri dei
di far le veci sue sarà capace,
volando giù dal ciel con la sua face,
l’onor salvaguardando a te ed a lei.

Con i Re Magi arriverà la dote,
provvedo io, non ti preoccupare.
Un falegname si deve adattare,
meglio le corna che le tasche vuote.

Tu diverrai il padre putativo
di un figlio che sarà eccezionale
(chissà se pel suo ben o pel suo male?).
Io me la squaglio e mai mi farò vivo.

                                 Lorenza Franco
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[1] Soldato romano in Galilea e padre biologico di Gesù secondo Celso (Discorso Vero). Per partenogenesi possono nascere soltanto figlie femmine identiche alla madre (cloni).

[2] Maria era un’umile cucitrice ripudiata dal marito per provato adulterio (ibid.)

[3] Madre di Epafo fondatore di Menfi.

[4] Tormentandola con un assillo.

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