Per aver fatto tre ad un filo nodi[1]
fu condannata al rogo la fantesca.
Il confessore traditore innesca
l’orrenda fine dai gentili modi.
Si è ammalato il suo nuovo padrone[2],
ma certo è stata lei, la fattucchiera.
Un precedente aveva la megera,
l’antico amante[3] come testimone.
Già subito confessa, convincenti
son per chiunque le tenaglie ardenti.
Non hanno scampo gli animi innocenti,
la chiesa vuole sangue… Complimenti!
Pietosamente prima impiccata[4],
solo da morta salirà sul rogo.
Alla sete di sangue dare sfogo
una cultura deve, alienata.
Chi meglio di una donna incarna il Male,
lei che la mela accettò dal serpente?
La bibbia fonte sacra che non mente,
facciamo un bel falò per carnevale.
Lorenza Franco
Milano, 3 novembre 2013
[1] Caterina de Medici, uccisa il 4 marzo 1617. Consigliata da una maga per avvincere a sé l’amato. Ma poi andò a confessarsi…
[2] Il senatore Luigi Melzi d’Eril
[3] Il capitano Vacallo
[4] Trasportata al patibolo su un carro mentre il carnefice la torturava con tenaglie roventi