Nel novero entrerò dei trapassati
dopo una vita che non fu felice.
Non ho un Orfeo e non sono Euridice,
saranno, quei miei sonni, indisturbati.
C’è chi si illude e si crede immortale,
il Nulla affronta con cuore sereno[1],
ma della Morte sarà dolce il seno
anche per chi non cade nel banale.
E nemmeno rinascere vorrei
– continuerà, dell’Uomo, l’Avventura-,
ma mi fu dolce l’ultima mia cura,
perché ho sentito cantare gli dei.
Lorenza Franco [1] Veronesi sostiene il contrario, i non credenti più sereni davanti alla morte.